Benvenuti nel sito della Comunità Pastorale
delle parrocchie di S. Stefano, S. Tomaso, S.S. Pietro e Paolo, S. Sisinnio
IN ASCOLTO DELLA PAROLA DI DIO , CONDIVIDENDO E CELEBRANDO
"In principio era il Verbo"
Un saluto a tutti! In questi mesi tra voi più volte mi è stato sottolineato come ci siano delle difficoltà legate alla comunicazioni all'interno delle parrocchie della nostra comunità pastorale, del vicariato e con gli altri enti che organizzano eventi. Per cercare di venire incontro a questa difficoltà e far arrivare a quanti più possibile le informazioni di quanto avviene nelle nostre comunità vi propongo lo strumento di questo Sito. Sarà uno strumento prezioso e sempre alla portata di mano per poter rimanere aggiornati sulle proposte, ma ancor di più si propone di essere uno strumento per condividere la bellezza di quanto viviamo insieme. Qui avrete l'opportunità di trovare gli orari delle celebrazioni, la possibilità di contattarci per informazioni o per i servizi degli uffici parrocchiali. Ci sarà l'opportunità di riprendere la liturgia della parola domenicale con una breve riflessione del vostro parroco.
Grazie a tutti voi che utilizzerete e farete conoscere questo ulteriore strumento.
Vostro,
don Giuseppe
Notizie in evidenza
Oratorio Paolo VI, Castiglione
Lunedì 5 maggio inizia il CORSO DI BURRACO presso il salone dell'oratorio
alle ore 20:00
Iscrizione aperta a tutti e gratuita.
Per Info:
Eugenio 349.7549689
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Prima Omelia di papa Leone XIV
Il salmo responsoriale dice: "Cantate al Signore un canto nuovo, perché ha compiuto meraviglie". Sicuramente non solo con me ma con tutti noi. Fratelli Cardinali mentre noi celebriamo questa messa vi invito a riconoscere le meraviglie che il Signore ha fatto, le benedizioni che il Signore continua a versare su ognuno di noi. Mi avete chiamato a portare la croce del Ministero Petrino, sono stato benedetto con questa missione ma so che posso contare su ognuno di voi per camminare insieme. Camminate con me mentre continuiamo ad essere Chiesa, una comunità di amici di Gesù. Come credenti continuiamo ad annunciare il Vangelo per dire: [inizio dell'omelia in italiano]
«Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente» (Mt 16,16). Con queste parole Pietro, interrogato dal Maestro, assieme agli altri discepoli, circa la sua fede in Lui, esprime in sintesi il patrimonio che da duemila anni la Chiesa, attraverso la successione apostolica, custodisce, approfondisce e trasmette. Gesù è il Cristo, il Figlio del Dio vivente, cioè l’unico Salvatore e il rivelatore del volto del Padre.
In Lui Dio, per rendersi vicino e accessibile agli uomini, si è rivelato a noi negli occhi fiduciosi di un bambino, nella mente vivace di un giovane, nei lineamenti maturi di un uomo (cfr CONC. VAT. II, Cost. Past. Gaudium et spes, 22), fino ad apparire ai suoi, dopo la risurrezione, con il suo corpo glorioso. Ci ha mostrato così un modello di umanità santa che tutti possiamo imitare, insieme alla promessa di un destino eterno che invece supera ogni nostro limite e capacità.
Pietro, nella sua risposta, coglie tutte e due queste cose: il dono di Dio e il cammino da percorrere per lasciarsene trasformare, dimensioni inscindibili della salvezza, affidate alla Chiesa perché le annunci per il bene del genere umano. Affidate a noi, da Lui scelti prima che ci formassimo nel grembo materno (cfr Ger 1,5), rigenerati nell’acqua del Battesimo e, al di là dei nostri limiti e senza nostro merito, condotti qui e di qui inviati, perché il Vangelo sia annunciato ad ogni creatura (cfr Mc 16,15).
In particolare poi Dio, chiamandomi attraverso il vostro voto a succedere al Primo degli Apostoli, questo tesoro lo affida a me perché, col suo aiuto, ne sia fedele amministratore (cfr 1Cor 4,2) a favore di tutto il Corpo mistico della Chiesa; così che Essa sia sempre più città posta sul monte (cfr Ap 21,10), arca di salvezza che naviga attraverso i flutti della storia, faro che illumina le notti del mondo. E ciò non tanto grazie alla magnificenza delle sue strutture o per la grandiosità delle sue costruzioni – come i monumenti in cui ci troviamo –, quanto attraverso la santità dei suoi membri, di quel «popolo che Dio si è acquistato perché proclami le opere ammirevoli di lui, che vi ha chiamato dalle tenebre alla sua luce meravigliosa» (1Pt 2,9).
Tuttavia, a monte della conversazione in cui Pietro fa la sua professione di fede, c’è anche un’altra domanda: «La gente – chiede Gesù –, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?» (Mt 16,13). Non è una questione banale, anzi riguarda un aspetto importante del nostro ministero: la realtà in cui viviamo, con i suoi limiti e le sue potenzialità, le sue domande e le sue convinzioni.
«La gente chi dice che sia il Figlio dell’uomo?» (Mt 16,13). Pensando alla scena su cui stiamo riflettendo, potremmo trovare a questa domanda due possibili risposte, che delineano altrettanti atteggiamenti. C’è prima di tutto la risposta del mondo. Matteo sottolinea che la conversazione fra Gesù e i suoi circa la sua identità avviene nella bellissima cittadina di Cesarea di Filippo, ricca di palazzi lussuosi, incastonata in uno scenario naturale incantevole, alle falde dell’Hermon, ma anche sede di circoli di potere crudeli e teatro di tradimenti e di infedeltà.
Questa immagine ci parla di un mondo che considera Gesù una persona totalmente priva d’importanza, al massimo un personaggio curioso, che può suscitare meraviglia con il suo modo insolito di parlare e di agire. E così, quando la sua presenza diventerà fastidiosa per le istanze di onestà e le esigenze morali che richiama, questo “mondo” non esiterà a respingerlo e a eliminarlo.
C’è poi l’altra possibile risposta alla domanda di Gesù: quella della gente comune. Per loro il Nazareno non è un “ciarlatano”: è un uomo retto, uno che ha coraggio, che parla bene e che dice cose giuste, come altri grandi profeti della storia di Israele. Per questo lo seguono, almeno finché possono farlo senza troppi rischi e inconvenienti. Però lo considerano solo un uomo, e perciò, nel momento del pericolo, durante la Passione, anch’essi lo abbandonano e se ne vanno, delusi.
Colpisce, di questi due atteggiamenti, la loro attualità. Essi incarnano infatti idee che potremmo ritrovare facilmente – magari espresse con un linguaggio diverso, ma identiche nella sostanza – sulla bocca di molti uomini e donne del nostro tempo.
Anche oggi non sono pochi i contesti in cui la fede cristiana è ritenuta una cosa assurda, per persone deboli e poco intelligenti; contesti in cui ad essa si preferiscono altre sicurezze, come la tecnologia, il denaro, il successo, il potere, il piacere.
Si tratta di ambienti in cui non è facile testimoniare e annunciare il Vangelo e dove chi crede è deriso, osteggiato, disprezzato, o al massimo sopportato e compatito. Eppure, proprio per questo, sono luoghi in cui urge la missione, perché la mancanza di fede porta spesso con sé drammi quali la perdita del senso della vita, l’oblio della misericordia, la violazione della dignità della persona nelle sue forme più drammatiche, la crisi della famiglia e tante altre ferite di cui la nostra società soffre e non poco.
Anche oggi non mancano poi i contesti in cui Gesù, pur apprezzato come uomo, è ridotto solamente a una specie di leader carismatico o di superuomo, e ciò non solo tra i non credenti, ma anche tra molti battezzati, che finiscono così col vivere, a questo livello, in un ateismo di fatto.
Questo è il mondo che ci è affidato, nel quale, come tante volte ci ha insegnato Papa Francesco, siamo chiamati a testimoniare la fede gioiosa in Gesù Salvatore. Perciò, anche per noi, è essenziale ripetere: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente» (Mt 16,16).
È essenziale farlo prima di tutto nel nostro rapporto personale con Lui, nell’impegno di un quotidiano cammino di conversione. Ma poi anche, come Chiesa, vivendo insieme la nostra appartenenza al Signore e portandone a tutti la Buona Notizia (cfr CONC. VAT. II, Cost. Dogm. Lumen gentium, 1).
Dico questo prima di tutto per me, come Successore di Pietro, mentre inizio la mia missione di Vescovo della Chiesa che è in Roma, chiamata a presiedere nella carità la Chiesa universale, secondo la celebre espressione di Sant’Ignazio di Antiochia (cfr Lettera ai Romani, Saluto). Egli, condotto in catene verso questa città, luogo del suo imminente sacrificio, scriveva ai cristiani che vi si trovavano: «Allora sarò veramente discepolo di Gesù Cristo, quando il mondo non vedrà il mio corpo» (Lettera ai Romani, IV, 1).
Si riferiva all’essere divorato dalle belve nel circo – e così avvenne –, ma le sue parole richiamano in senso più generale un impegno irrinunciabile per chiunque nella Chiesa eserciti un ministero di autorità: sparire perché rimanga Cristo, farsi piccolo perché Lui sia conosciuto e glorificato (cfr Gv 3,30), spendersi fino in fondo perché a nessuno manchi l’opportunità di conoscerlo e amarlo. Dio mi dia questa grazia, oggi e sempre, con l’aiuto della tenerissima intercessione di Maria Madre della Chiesa.
Leone XIV p.p.
Cari fratelli e sorelle, membri del popolo di Dio che è in Como,
da alcuni giorni, come sapete, sono a Roma, prima per i funerali di papa Francesco e ora coinvolto con i cardinali di tutto il mondo nel pre-conclave: una esperienza unica e irripetibile, anche se piuttosto complessa.
Vorrei confidarvi quanto profondo e intenso sia il legame che avverto tra noi, cristiani della nostra Chiesa, compresi tanti uomini e donne di buona volontà, come pure con i membri della Chiesa diffusa su tutta la terra.
È una esperienza fortissima di comunione, perché da ogni parte della Chiesa sale incessante a Dio un'unica e compatta preghiera. "Donaci, Signore, un nuovo Pastore secondo il tuo cuore".
Così ho avvertito la necessità di assicurare questa speciale vicinanza con tutti voi, membri della Chiesa di Como, che sicuramente pregate e vivete questo particolare momento con speciale intensità, visto che il vostro Vescovo è chiamato, per un misterioso disegno divino, a vivere questa esperienza unica: cioè di essere interprete della volontà di Dio, così da giungere, insieme a tutto il Collegio cardinalizio, ad individuare colui che il Signore Gesù ha già scelto e che deve essere solo riconosciuto.
Vi ringrazio delle vostre preghiere, dei messaggi brevi, ma particolarmente eloquenti, di quanti mi hanno inviato indirizzi di preghiera molto significativi. È infatti lo Spirito Santo che va invocato con forza, insieme a tanta fiducia, perché è Lui il grande protagonista.
Ci illumini gli occhi della nostra mente perché attraverso il nuovo pontefice, la Chiesa sia di nuovo dotata di un pastore che annunci Cristo signore come unico salvatore e la guidi ad essere testimone della sua misericordia nei confronti delle persone e dei popoli, promuovendo la pace e giustizia. Lo faccia attraverso quel linguaggio semplice e familiare di papa Francesco, che ha conquistato il cuore di tantissima gente, presentando una Chiesa povera, sobria e sorridente, a immagine di Colui che l'ha fondata.
Saluto con affetto ciascuno di voi, benedico le nostre famiglie, e la famiglia delle famiglie, che sono le nostre Comunità parrocchiali, con tutti i nostri amati pastori.
+ Oscar Cantoni
In questo momento di cordoglio per la morte di papa Francesco, condivido l'ultima sua meditazione nella XIV stazione della via crucis di questo anno.
"In un sistema che non si ferma mai, Gesù, tu vivi il tuo sabato. Lo vivono anche le donne, alle quali aromi e profumi vorrebbero già parlare di risurrezione. Insegnaci a non fare niente, quando ci è chiesto solo di aspettare. Educaci ai tempi della terra, che non sono quelli dell’artificio. Deposto nel sepolcro, Gesù, condividi la condizione che tutti ci accomuna e raggiungi gli abissi che tanto ci spaventano. Vedi come li sfuggiamo, moltiplicando le nostre attività. Giriamo spesso a vuoto, ma il sabato splende con le sue luci: ci educa e ci chiede riposo. Vita divina, vita a misura d’uomo, quella che conosce la pace del sabato. «Siederanno ognuno tranquillo sotto la vite e sotto il fico e più nessuno li spaventerà» (Mi 4,4), profetizzava Michea. E Zaccaria, a fargli eco: «In quel giorno – oracolo del Signore – ogni uomo inviterà il suo vicino sotto la sua vite e sotto il suo fico» (cfr Zc 3,10). Gesù, che sembri dormire nel mondo in tempesta, portaci tutti nella pace del sabato. Allora la creazione intera ci apparirà molto bella e buona, destinata alla risurrezione. E sarà pace sul tuo popolo e fra tutte le nazioni."
Grazie Santo Padre per un ministero segnato indelebilmente dalla Speranza fondata sulla Misericordi infinita di Dio. A noi ora è chiesto di sostare, di aspettare di fare silenzio facendoci educare ai tempi del mondo e facendo nostre queste tu ultime parole "Gesù, che sembri dormire in un mondo in tempesta, portaci tutti alla pace del sabato".
Tante sono le luci che si sono accese in questa Santa Pasqua. Tante sono quelle che sono passate vicine ad ognuno di noi, tra le nostre parrocchie e le nostre case.
Tocca ora a noi aprire le porte del cuore e della vita per farle entrare, affinchè dalle nostre vite siano estirpate le tenebre e possiamo risplendere come astri nel cielo.
Preparatevi a un'avventura indimenticabile! Diventate ambasciatori dell'arte in Valle Intelvi: un'esperienza di crescita e condivisione.
I volontari di Semi d'Arte invitano i giovani a partecipare a un'esperienza formativa e coinvolgente: diventare "ambasciatori dell'arte".
L'obiettivo è creare un team di guide giovani, entusiaste e pronte a condividere la bellezza e la storia del patrimonio artistico locale con i visitatori e la comunità, per rendere la Valle Intelvi un luogo di cultura e bellezza.
Se siete pronti a vivere un'esperienza indimenticabile, vi aspettiamo!
PER INFO:
Oratorio di Castiglione, 15:00 - 17:00
E' la prima proposta della commissione anziani della comunità pastorale San Zeno con la quale ci proponiamo di offrire uno spazio di incontro e di Servizio per i tanti anziani dei nostri paesi, per potersi incontrare mettendo in gioco le proprie capacità ed esperienze e valorizzando la loro preziosissima presenza.
Nel pomeriggio ci troveremo per comporre gli ulivi che verranno benedetti la Domenica delle Palme e che saranno segno di vicinanza e occasione di visita per coloro che per salute non possono più uscire di casa.
A seguire una merenda insieme e la proposta di alcune attività che animeranno le nostre settimane nei mesi a venire.
vi aspettiamo numerosi!
Prossimi appuntamenti
Chiusura del mese di maggio
16:00 Partenza dal Parcheggio
Recita del Santo Rosario mentre si sale
17:00 San Zeno Santa Messa
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