Dalla Parola alla vita
Dal Vangelo secondo Matteo
Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto.
Però, mentre stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».
Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa “Dio con noi”.
Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa.
Docilità al progetto di Dio
Mentre rileggo questi versetti del Vangelo rimango colpito dallo smarrimento iniziale che deve aver attraversato Giuseppe. Maria probabilmente avrà accennato qualcosa, ma per lui deve essere stato difficile comprendere quello che la Vergine deve aver comunicato.
Lei incinta senza aver consumato, poi lo Spirito Santo, un bambino chiamato figlio di Dio, tanti concetti che messi insieme creano confusione.
Non resta che ripudiarla in segreto, ma poi per Maria non ci sarebbero conseguenze? Additata come una prostituta da tutti quelli del villaggio e senza un padre quel bambino come potrebbe cresce?
Domande, paure, incertezze chissà veramente quale turbine di pensieri sarà balenato nella mente di Giuseppe.
Si sa Dio non si ferma davanti alle nostre fragilità e nella storia dell'umanità vuole entrare rispettando la nostra libertà.
Questo per me è il punto chiave per comprendere questo brano evangelico.
Sono versetti in cui si respira tutta la delicatezza del Creatore nel predisporre la salvezza. Lui poteva davanti al rifiuto del falegname procedere per altre vie. La libertà del Padre si fa leggera davanti alla nostra.
Sembra che Dio, attraverso l'angelo, si inchini davanti a Giuseppe come per dirgli dammi una mano nel progetto che voglio portare avanti.
Tu che sei un artigiano fatti lavorare da me sembra dirgli il Padre dei cieli per realizzare un piano di redenzione.
Il bambino che sei chiamato a custodire Giuseppe è chiamato a portare su di sé il peccato del mondo.
Quindi quell'espressione che cadenza la Scrittura che è non temere, non è un piccolo dolcificante per edulcorare la vita, ma diventa veramente concretezza perché con Dio stesso possiamo tutto.
Giuseppe questa domenica, il Battista domenica scorsa ci mostrano che la via della sequela a Dio è costellata di ostacoli, ma questi si possono passare se a Dio stesso diamo spazio e lo facciamo diventare protagonista.
Giuseppe dà il suo Sì senza esitazioni e inizia per lui una storia di salvezza con le difficoltà del trovare uno spazio per far partorire Maria, per cercare il sostentamento economico della famiglia, per aiutare il bambino e la Vergine a fuggire in Egitto e tornare indietro, per ricercare il figlio quando non lo si ritrova nella strada da Gerusalemme.
Tante prove certo, ma con la consapevolezza di una responsabilità che gli è stata affidata e a cui non può sottrarsi.
Carissimi, guardiamo a questo padre che vive in maniera nascosta nella nostra fede e chiediamogli la grazia del coraggio di portare avanti anche noi le nostre vocazioni anche quando i venti contrari della storia ci vengono incontro con forza.
Giuseppe ci dimostra alla Vigilia degli eventi del Natale che in mezzo alle difficoltà non abbiamo a temere perché Cristo che lui si è impegnato a custodire è l'Alfa e l'Omega della Storia.
Quando rischiamo anche noi nell'attesa di assopirci apriamo il nostro cuore e la nostra mente ai sogni meravigliosi che hanno caratterizzato la vita di Giuseppe e lì potremo trovare le intuizioni belle che fanno della nostra vita un capolavoro nelle mani di Dio.